La creazione “Eve 3.0” a Riva del Garda

Quando la danza contemporanea incontra la realtà virtuale

@ in residenza dal 27 marzo al 3 aprile 2023 alla Seesaw House, con prova aperta al pubblico sabato 1 aprile alle 18:30.
@ performance pubblica il 25 giugno 2023 alla Rocca di Riva del Garda, durante il PAN festival.

 

Provengo dalla danza contemporanea, dalle pratiche somatiche, e dall’applicazione tecnologica alla scena. Mi ha sempre incuriosito l’esperienza dello spettatore davanti alle proposte artistiche, in luoghi convenzionali e soprattutto in quelli non convenzionali. Nel mio processo creativo, ho cercato diversi modi per coinvolgere il pubblico, per integrarlo nell’esperienza scenica, nella creazione di coreografie, nel gioco dei corpi nell’atto teatrale. 

 

L’incontro con Daniel González-Franco e il collettivo BeAnotherLab a Barcellona nel 2017 mi ha aperto le porte della realtà virtuale e mi ha fatto riflettere sulla percezione del corpo del ricevente in VR, quando viene proposta un’illusione multisensoriale di incarnazione in un corpo virtuale. In questa incarnazione si propongono stimoli della vista, l’udito, il tatto, l’olfatto, e il movimento. Dall’incontro con Daniel sono emerse diverse idee creative e siamo nel pieno della ricerca e della riflessione di fronte a questo grande potenziale. Si sono poi aggiunti Mark, John, Veronica… e molti altri collaboratori.

Seesaw Project si è rivelato un alleato fin dalla prima collaborazione con Veronica Boniotti nel 2020.
È per noi una prassi regolare quella di venire a Riva del Garda e sviluppare parte del nostro processo creativo. Riva è diventato un luogo di incontro fondamentale per confrontarmi, per sperimentare, dove ho sempre sentito un clima familiare e di fiducia.

L’esperienza “Eve 3.0” è un’immersione nel punto di vista soggettivo del personaggio di Eve, una viaggiatrice che permette uno spostamento nel tempo e nello spazio. Eve accompagna ogni partecipante in una storia diversa, in cui si assiste alla vicenda di una persona colpita da un problema. Le storie vengono introdotte in una performance dal vivo e poi proseguono in VR, dove i partecipanti sono invitati a eseguire movimenti di danza, arrivando a incarnare un personaggio importante che alla fine aiuta a superare il problema.

“Eve 3.0” riflette su stati estremi di coscienza comuni e diffusi come la dipendenza, l’ansia, la depressione, l’ossessione, la gelosia e la paranoia. Il messaggio è quello dell’apertura al dialogo, dell’integrazione della comunicazione corporea e quindi non verbale, della creatività che il corpo ci riserva e che può arricchire il rapporto con noi stessi e con gli altri. Su un altro piano interpretativo, vogliamo trasmettere l’idea che tutti possiamo trovarci in situazioni problematiche e che il sostegno degli altri è importante.

La realtà virtuale consente un’esperienza immersiva, una sorta di ingresso in una nuova dimensione che ci allontana da quella reale.

Dal momento in cui ci isoliamo con un casco VR, entriamo in una dimensione parallela e quasi non pensiamo alla realtà. Per questo le scelte artistiche sono così importanti per la trasmissione di un messaggio e di un’esperienza, perché lo spettatore è totalmente disponibile e difficilmente può distogliere la sua attenzione, a meno che non si tolga il casco. In particolare, nel caso della mia ricerca, sono molto interessata all’esperienza percettiva di sentirsi in un corpo che non è il proprio, all’idea di fare una sorta di “salto del corpo”.

Le tecnologie digitali consentono l’interazione tra il formato tecnologico e le scelte dell’utente/spettatore/partecipante. Esse possono essere molto vicine al corpo, e spesso richiedono posture e movimenti meccanici e ripetitivi che inaridiscono il nostro potenziale creativo e fisico. Le proposte artistiche possono proporre varianti interessanti, giocare in modo diverso con le tecnologie digitali e proporre nuovi modi di integrarle nel nostro modo di usarle, per portare la sperimentazione dal campo artistico all’uso quotidiano. “Eve 3.0” cerca di integrare la danza contemporanea in questo avvicinamento sfrenato alle tecnologie immersive.

 

~ Written by Margherita Bergamo Meneghini. ~

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